PIFFERI, VIOLINI E FISARMONICHE

(vedi eventi)

In tutto l’ Appennino Emiliano erano diffusi, prima dell’avvento del liscio, i balli che traevano le loro origini dalla coreutica dei secoli precedenti. Diversificati da provincia a provincia e da valle a valle in conseguenza delle separazioni storico-politiche e delle varie realtà sociali ed antropologiche quei balli conservavano tratti comuni ma anche soggettività locali dovute a diversi spiriti interpretativi. Il cosiddetto BALLO ANTICO, o “distaccato” in quanto i ballerini non si toccavano quasi mai se non per scambiarsi una mano od un bacio sulla guancia,  o “saltellato” in quanto il passo era fatto a saltelli e non strisciato come nel liscio, ha persistito in montagna fino agli anni Sessanta.  Anche in pianura era diffuso ma venne abbandonato  molto prima sotto l’incalzare del primo liscio che per tutto l’800 e fino al 2° dopoguerra l’ha  progressivamente spazzato via. Nel Piacentino invece quei balli non cessarono mai di essere in voga e tuttora si fanno come abitudine nelle feste popolari. Su questi balli e sulle  loro figurazioni esiste una abbondante  letteratura.

Come ampiamente trattato altrove, il liscio approdò nella Pianura Reggiana agli albori dell’ Ottocento ed ebbe in seguito uno sviluppo autonomo fino ad assumere  caratteri tali da  presentarsi come genere tipico della zona. Polka, Mazurca e Valzer irruppero e cominciarono a sostituire i precedenti balli consentendo alle coppie di toccarsi e  di  abbracciarsi. La rottura del senso del pudore   provocò scandalo e con la Restaurazione i poteri costituiti compressero la diffusione di quei balli. Almeno nel Reggiano l’ avere contatti durante le feste, il parlare insieme, non piaceva al Potere che ostacolò le feste da ballo popolari per tutto l’800.

I luoghi in cui si ballava erano i più svariati, dalle mitiche aie, ai granai, dai ponti sui canali, ai crocicchi delle strade. In tempi più ravvicinati apparvero strutture trasportabili che venivano appositamente montate in occasione delle sagre e delle fiere; si trattava del “vegliòun o festival” che precedette le balere, le sale da ballo, la discoteca.

I suonatori, in genere semi professionisti ben  remunerati, eseguivano prevalentemente i balli con gli archi, dove il primo violino conduceva,  gioiva, raccontava, commuoveva  generando una musica non solo da ballo ma bella anche da ascoltare. Negli anni Venti la fisarmonica iniziò a sostituire il secondo violino. In seguito il contrabbasso (“zirluzòun, violòun”), venne sempre più spesso sostituito dal basso chitarra. Gli altri archi d’appoggio(viola, 2° e 3° violino)  scomparvero e l’orchestrina popolare  di base si assestò sull’ organico “ violino, chitarra e fisarmonica”. Oggi il liscio si esegue   in prevalenza sugli stili romagnoli e virtuosistici mentre per il vecchio liscio le riproposte, tranne pochi casi, sono interpretazioni accademiche degli spartiti con l’orecchio forse più attento ai fasti viennesi che non allo spirito degli scariolanti.

Il discorso cambia per le QUATTRO PROVINCE (QP) dove repertorio dei portatori e riproposizione si fondono in un fase continua non essendoci mai stata una interruzione tra i vecchi suonatori ed i giovani e pertanto non si può parlare di revival per i vari Ettore Losini detto Bani, Fabio Paveto, Stefano Valla, Gabriele Dametti e Franco Guglielmetti, solo per citarne alcuni, per i quali vi è stato il passaggio del testimone con le precedenti generazioni rappresentate da Ernesto Sala, Giovanni Agnelli, Tilion,ma la lista sarebbe lunga.

Quella delle QP è una regione immaginaria dove si sovrappongono parti delle province di Genova, Piacenza, Pavia ed Alessandria. Nonostante la appartenenza a 4 regioni diverse l’area è caratterizzata da una unità linguistica e culturale che ne giustifica la sua particolarità ed unità etnica. Anche la musica ne risente e gli stessi strumenti  ivi suonati presentano caratteri  di unicità.

La colonna sonora fondamentale dei balli delle QP era prodotta dal duo MUSA-PIFFERO. La Musa, una particolare cornamusa che accompagnava il Piffero, è estinta dal 1956 ma già allora era stata sostituita dalla fisarmonica. Il piffero è invece un oboe popolare molto versatile dalla sonorità inconfondibile. Oggi al duo base Piffero-Fisarmonica si aggiunge a volte una Musa ma ormai come fenomeno di revival.

I balli, sia di gruppo che di coppia, delle QP si inquadrano nel più generale panorama emiliano e padano pur con caratteristiche strettamente proprie. ”Riscoperta” negli anni ’70 nel quadro del generale risveglio di interesse per la musica strumentale popolare del Nord Italia, quella delle QP ne assunse il ruolo di ombellico geografico e i BRANI scelti sono tra i più belli e significativi del panorama tratteggiato cominciando dai balli antichi delle QP come le GIGHE, le MONFERRINE, la POVERA DONNA, l’ ALESSANDRINA, la PIANA, delle quali esistono diverse versioni.

Per il Reggiano invece abbiamo come base una serie di FURLANE cioè il ballo staccato più proprio della provincia di Reggio Emilia. Oltre che in montagna è testimoniato in Pianura e nella Bassa fino ai primi decenni del Novecento. L’altro ballo fondamentale del Reggiano è la PIVA che caratterizza la fascia della Valdenza e che trova poi riscontro in tutto il Parmense e nel Piacentino. Il nome del ballo, mutuato dall’omonimo strumento oggi estinto, era in uso come brano per violino e fisarmonica e di esso ne conosciamo alcune versioni. Proponiamo poi una QUADRIGLIA, ballo che era diffuso nei paesi di crinale ma proveniente dalla vicina Toscana, che è stata raccolta a Sillano(LU)e che venne suonata fino agli anni ’80 anche nei dintorni del passo di Pradarena. Chiudiamo con la FRANCESINA, un Passo Doppio raccolto a Cervarolo. Il liscio delle QP ( meglio definito come ballo di coppia) si manifesta anche qui con numerosi Valzer, Mazurche e Polche tra le quali la celebre Polca Saltini.

Per il LISCIO REGGIANO proponiamo, dai territori del Maggio, alcuni brani raccolti negli anni ’80 a Cervarolo,VALZER e POLCHE, le MARCE DELLA COMPAGNIE  dei Maggi, ed infine i BALLI DI GARA che risalgono alla fine dell’800 ed erano quelli considerati tra i più belli e si suonavano per questo motivo nelle gare di ballo.

 

La estrosità musicale dei polistrumentisti ci consente di ascoltare un GRAN FINALE di brani estemporanei eseguiti con altri strumenti quali organetto semitonato, flauto, ghironda, piva, chabrette ed altri.

 

(BG aprile 2017)

4 pensieri riguardo “PIFFERI, VIOLINI E FISARMONICHE”

    1. Sarebbe opportuno prenotarsi.
      Nella pagina “EVENTI” sono riportati i numeri telefonici e i relativi contatti predisposti a ricevere le prenotazioni.

      Amministrazione

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