Una mattina del 1979

Una mattina del 1979 mi svegliai pensando a come fare per organizzare ed inviare ad alcuni interessati il materiale che avevo raccolto sulla piva e mi venne in mente di mettere una copertina davanti alle cartelle su cui avevo redatto gli appunti da fotocopiare. 
 Il titolo non poteva che essere quello dello strumento mitico. Un disegno molto semplice ed un po’ di trasferelli (allora si faceva così) fecero il resto. Disponevo di altro materiale sul ballo e sulla fiaba e diedi ai vari spezzoni assemblati la forma di un giornaletto imitando la semplice impostazione di un fascicolo che avevo visto in una caffetteria-libreria di Dingle (Irlanda). Il sottotitolo apparve solo dal n.6 del 1980 ed era per la precisione: “Opuscolo rudimentale di musica e cultura popolare dedicato agli amici della piva dal carner”. La PdC si è autodefinita “opuscolo” come  abbozzo di quaderno di poche pagine, in quanto tale era all’inizio, un po’ di fogli con raccolte di appunti sulla piva ed altri materiali di musica e cultura popolare “dati agli amici della pdc”. Da quelle poche unità vi fu un fenomeno di moltiplicazione di fotocopie fatte da amici per gli amici, ecc.. “Rudimentale”: basta guardare la struttura grafica e materiale della PdC per capirne il motivo. La non dipendenza da altri fu la ragione scatenante e dopo poche ore avevo realizzato un “opuscolo” con la mia macchina da scrivere, le mie foto, il mio materiale, il cartolaio sottocasa. Certo, ne usciva una cosa fatta in casa, grossolana, rudimentale, ma a qualcuno la cosa piacque. Dal n.13 il sottotitolo perse la frase finale ”dedicato agli amici della PdC”, dal n. 33 apparvero e scomparvero altre parole come: dintorni (per dire che non si parlava solo della pdc), rivista (forse una aspirazione celata), ricerca a 360°, cose varie, foglio, volutamente (per il voler mantenere  il suo aspetto originario) e solo dal n. 50 la variante “a 361°” proposta da Gabriele Ballabeni. Insomma in 37 anni si cambia. Ci sono state varie fasi. I primi 6 numeri li ho fatti da solo ed in pochi mesi. Dal numero 7 del marzo 1980  collaborarono Riccardo Bertani di Caprara di Campegine (RE) ed il collega Gabriele Ballabeni di Reggiolo (RE) ma il tutto era ancora informale e sempre ridotto a poche copie; i numeri 10 ed 11 sono  addirittura introvabili. Poi si inserì il fotografo Claudio Zavaroni (morto nel 1985 nello stadio dell’Heysel in Belgio) che scattò bellissime fotografie per la Pdc diventate poi celebri:Borella, Ferrari, Rovali, la foto della copertina del n.12, ecc. Il n.12 fu il primo ad avere una certa struttura mentre il numero 13 venne usato come invito ad una festa che poi non venne fatta. Dal n. 14/1981 la P.d.C. comincia  ad uscire come supplemento al notiziario “Tempo Libero-Arci Uisp” , si arricchisce di varie collaborazioni e  viene stampata in un certo numero di copie col ciclostile messo a disposizione da una sede di partito. Dal n. 18/1982 la P.d.C. torna  però a pubblicare un numero di pagine sempre più ridotto fino a diventare un foglietto unico e dal n.27/1988 ritorna ad essere la circolare interna fotocopiata in pochissime copie. Da quel numero ha contenuto di tutto, dagli inviti per iniziative alle fiabe, poesie, notizie private,comunicazioni varie, ma anche alcune cose di rilievo. Il problema stava nel conflitto tra la “non più voglia di farla”,  dovuta a problemi famigliari, di lavoro e ad altri interessi, ed  “il non voler smettere, il non voler interrompere”. Questa situazione, focalizzata nel n.31/1991, si trascinò per 25 anni con l’unico impegno di non dimenticare di fare almeno  un foglietto all’anno. L’uso del computer, tardivamente dal n.38/1996,  semplificò il tutto . Nel gennaio del 2004 un amico che ricevette la pdc n.59 contenente l’invito per il pranzo di Sant’Antonio si meravigliò che la PdC esistesse ancora: gli risposi che ne usciva un solo foglio all’anno per non interrompere la continuità in previsione del fatto che prima o poi l’avrei rilanciata. Ed il rilancio avvenne nel 2012 con il n. 74 dedicato alle 18 pive emiliane superstiti. Quel numero nacque dalla mia stretta collaborazione con Paolo Simonazzi, Ferdinando Gatti, Franco Calanca e Luca Magnani che costituivano il primo nucleo della nuova redazione e il momento collettivo che ne sancì la nascita venne celebrato il 14 ottobre 2012 con un pranzo alla Casa dei Carpini di Rosano(Vetto d’Enza-RE). Il n.74 uscì come supplemento al notiziario n.3/ottobre 2012 dell’amministrazione comunale di Montecchio

BG ( estrapolato da folk bulletin)

 

 

 

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